Article "A Repubblica", 17 août 2010



L´estate della "Pax Corsa" "Pronti al dialogo con Parigi"
Fonte: ANAIS GINORI – la Repubblica | 17 Agosto 2010 

Dopo anni di tensioni politiche e scontri violenti, la situazione a Bastia sta cambiando I nazionalisti vogliono un compromesso. E Nicolas Sarkozy pare disposto ad ascoltare Fra i leader locali c´è stato un importante ricambio generazionale Il modello di chi voleva l´indipendenza ora è un´autonomia stile Catalogna BASTIA. A gentile richiesta, i vecchi sulla place Saint Nicolas, sempre sorseggiando un bicchiere di mirto, raccontano ancora la storia della "Sposata". La giovane che per maritarsi con un nobile rubò la dote alla famiglia e fu punita con un terribile sortilegio: pietrificata, insieme allo sposo. Sotto al palazzo dei governatori genovesi, nel porto vecchio di Bastia, lo scorrere del tempo è un dettaglio. Si continua a parlare, nei secoli dei secoli, di possibili matrimoni forzati, unioni di comodo, separazioni imminenti. Soltanto che questa volta la dote è costituita dalla storia, dall´orgoglio di una regione che si è sempre e solo sentita nazione. «Vedremo se il presidente avrà davvero il coraggio di farlo». Jean-Guy Talamoni usa un tono di sfida, poi però sorride. Ha la faccia da bravo ragazzo, ogni tanto dice una parola in italiano per essere più galante. Avvocato, 50 anni, è uno dei volti del nuovo nazionalismo corso, qualcosa di molto lontano dai pastori incappucciati che ormai vivono solo in un immaginario da leggenda. «Siamo finalmente pronti a chiudere un ciclo» racconta il leader di Corsica Libera, partito che ha riunito un anno fa le varie correnti del nazionalismo più radicale. La sede è una palazzina tra la rue Napoleon e la place Saint Nicolas, due nomi che racchiudono un destino. Talamoni fa una pausa. «Bisogna insomma capire se Nicolas Sarkozy vuole veramente la pace». I primi segnali distensivi sono nell´aria. C´è un matrimonio che s´ha da fare, magari evitando pietrificazioni. Da qualche mese, l´inviata dell´Eliseo ha ripreso a visitare l´isola. Ogni lunedì, Marie-Hélène Debart s´infila nel Palazzu Naziunale di Corte, tra Bastia e Ajaccio, per discutere con alcuni intellettuali nazionalisti. La "Madame Corse" di Parigi ha raccolto l´appello del presidente dell´università, Antoine Aiello, autore di un manifesto "per il diritto al futuro della Corsica". «Chiedo al capo dello Stato - ha scritto - di immaginare un´altra strada, meno fatale e crudele di quella che abbiamo intrapreso da ormai due secoli». Proprio nella piccola città di Corte, bastione dell´irredentismo locale, i nazionalisti si sono riuniti all´inizio di agosto per lanciare la loro idea di tregua. Per la prima volta, non hanno trasmesso immagini di combattenti in clandestinità, ma hanno invitato il rappresentante dello Sinn Fein, Paul Flemming, chiamato a illustrare le tappe del disarmo dell´Ira. «Potremmo trovare anche noi un accordo come quello del Venerdì Santo», spiega Talamoni, ricordando il processo di pace anglo-irlandese. Le armi e la "pulitica". La Corsica oscilla da decenni tra negoziati e improvvise rotture. Oggi però sono sempre di più a credere in una svolta. Merito anche di un cambio generazionale nella classe dirigente nazionalista. Gilles Simeoni ha 42 anni, è avvocato anche lui. Il suo "Femu a Corsica" è diventato il primo partito alle elezioni amministrative di marzo, con oltre il 26% di seggi all´Assemblea locale. Un risultato storico. «Più che di rivoluzione, parlerei di evoluzione» dice Simeoni, moro, abbronzato, capelli a spazzola. «Abbiamo tracciato alcune condizioni su quali trattare con lo stato francese. Siamo finalmente pronti a prenderci le nostre responsabilità politiche». L´uomo che vuole trattare con Parigi è il figlio di Edmond Simeoni, padre nobile del nazionalismo corso, colui che aveva guidato nel 1975 l´occupazione di una azienda agricola ad Aléria. Fu la prima azione armata del movimento indipendentista, che negli ultimi trent´anni ha firmato 15mila attentati. Ma le azioni violente sono finalmente in calo: 49 nel 2009, contro i 184 dell´anno precedente. Il Fronte di Liberazione nazionale corso (Flnc) si è diviso in lotte fratricide. «Se ci sono ancora giovani che scelgono la clandestinità è proprio perché lo Stato non offre speranze di pacificazione». Simeoni mette le mani avanti. È stato anche difensore di Yvan Colonna, accusato di aver ucciso nel 1998 il prefetto Claude Erignac. L´arresto del pastore di Cargèse nel 2003, dopo quattro anni di latitanza, era stato sbandierato come una vittoria definitiva sull´indipendentismo dall´allora ministro dell´Interno Sarkozy. Ma Colonna è stato assolto in Cassazione per un vizio di procedura e ora incombe un terzo processo. Sarkozy conosce bene "Kalisté", la più bella come la chiamavano i greci, l´isola che ha avuto 37 dominatori stranieri senza mai sottomettersi del tutto. La prima moglie del capo dello Stato, Marie-Dominique Culioli, è corsa. I figli del presidente, Pierre e Jean, hanno trascorso la loro infanzia su queste spiagge. Ma le elezioni di marzo hanno anche consacrato una nuova maggioranza di sinistra, dopo 26 anni di potere assoluto della destra. La svolta "corsa" dell´Eliseo, l´offerta di una sponda politica, è insomma figlia della reciproca convenienza. I nazionalisti devono invece fare i conti con uno spaventoso aumento dei prezzi immobiliari e un aumento del costo della vita, per effetto del turismo "straniero", termine che per loro comprende anche i francesi. Gli indipendentisti chiedono un specie di federalismo duro, una cittadinanza locale che dia la priorità negli acquisti immobiliari a chi risiede da più di dieci anni sull´isola. Altra richiesta in stile simil catalano: che la lingua corsa diventi ufficiale insieme a quella francese. Infine, il riavvicinamento nelle carceri dell´isola di una settantina di «prigionieri politici». Sono le basi per il "compromesso storico". Sarkozy con la Corsica, come Tony Blair con l´Irlanda. Se matrimonio davvero deve essere, nessun sparo all´uscita della chiesa, secondo la tradizione locale. Pare siano d´accordo anche i futuri sposi, e anche questo è il primo, piccolo segno di un cambio di stagione.

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